lunedì 25 marzo 2013

Curanto

Quest’anno, con mio grande stupore tra l’altro, sto aspettando che le giornate allunghino e che l’aria si riscaldi….e quando arriverà la stagione calda mi sono prefissata un obiettivo: devo preparare il curanto….adoro mangiare e sono sempre alla ricerca di qualcosa di diverso, anche proveniente da altre culture; per chi non sapesse di cosa sto parlando: il curanto è un piatto tipico di Chiloè, l’isola più grande dell’arcipelago di Chiloè, nel sud del Chile, a base di carne, pesce e verdure che ha la particolarità di essere cotto sotto terra.



Sono venuta a conoscenza della sua esistenza grazie a due libri che ho letto nei quali veniva descritto come un piatto magico; l’isola stessa ha qualcosa di magico con le sue palafitte, i suoi colori, la sua musica e le numerose figure mitologiche, insomma altro posto da aggiungere agli innumerevoli  “dove vorrei andare”!
I Chiloti sono soliti cucinare questo piatto prima scavando una fossa con dentro brace e sassi che diventeranno ardenti, poi mettendoci sopra frutti di mare, carne di maiale, salsicce, carne di pollo e patate, il tutto ricoperto da foglie, teli di yuta e terra; la cottura richiederà circa tre ore trascorse le quali si potrà iniziare a mangiare, rigorosamente con le mani, uno strato per volta, i vari cibi con cui è composto.
Quello che mi affascina di più di questo piatto è lo spirito di collettività che vi è dietro: su quest’isola infatti vige un forte senso di solidarietà tra gli abitanti, tanto che quando qualcuno ha bisogno di un aiuto fisico, si tratti per esempio di tingere la casa, la comunità corre in suo soccorso, organizzando una Minga, una sorta di lavoro collettivo che generalmente finisce con una festa, spesso accompagnata dal curanto appunto…..tutto il mondo è paese: ogni occasione è buona per una bella ribotta!!  In certi casi questo rito si protrae fino a notte fonda, complice il vino che lo accompagna!




Dice il libro: “….su alcuni banconi di legno vengono ammucchiati gli ingredienti, un agnello intero tagliato a pezzetti e marinato, salsicce e costolette di maiale, file di polli fatti macerare con erbe e limoni, pesci di ogni genere, aragoste solo stordite, frutti  di mare, patate e mais. Quando le pietre sono sufficientemente calde, più o meno a metà pomeriggio, vengono gettate in fondo alla fossa; si collocano poi dei grandi recipienti di coccio, in cui si raccoglieranno il brodo e i sughi della cottura, entro cui vengono ammassati gli ingredienti del portentoso curanto. Il tutto viene coperto da panni puliti e bagnati, sormontati da vari strati di foglie di banano che emergono dall’orifizio come una sorta di coperta. Sulle foglie viene rovesciata la terra scavata e da quel momento la gente si siede ad aspettare che il calore paziente compia a poco a poco il miracolo. Non si tratta di un’attesa noiosa perchè gira da bere, pisco con succo d’ananas e coca cola con rum, si suonano strumenti a corda e a percussione, si canta, si raccontano storie e si civetta senza limiti d’età….non so come facciano ma il punto esatto di cottura del curanto viene calcolato in modo che coincida con il tramonto….a quell’ora i giovani tolgono la terra con le pale e le ragazze sollevano con cura le foglie di banano. Appaiono i panni, bianchi, senza un granello di terra, e quando li si alza una potente folata dall’aroma meraviglioso si spande per la spiaggia. Intorno alla fossa si produce un istante di silenzio; ma quando sale il vapore e appaiono le conchiglie dei molluschi aperte e i rossi crostacei, allora un enorme clamore festeggia il curanto…..e così, da quella fossa emergono gradualmente i tesori: i frutti di mare, la carne, le verdure e in ultimo, per finire, il brodo raccolto nelle marmitte di coccio che viene servito bollente nei bicchierini di carta…un sorso equivale a mezza bottiglia di vodka liscia. Chi ha assaggiato questo brodo, un’essenza concentrata di tutti i sapori della terra e del mare, non potrà più rassegnarsi ad altri afrodisiaci..nessuno può descriverne il sapore, si può solo parlare del suo effetto: un’esplosione di dinamite nel sangue….un baccanale è una situazione delicata, non tutti sono portati per le sfrenatezze, scarta i formali, gli stupidi quelli molto religiosi, gli ipocondriaci e i malinconici….musica allegra e vino sono obbligatori……”  Afrodita




Afrodisiaco o meno (tanto non ci credo) mi ha fatto venire fame…….

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